giovedì 28 maggio 2009

Educazione informale


È una parola fragile, educazione, una parola affaticata da un uso non sempre limpido e disinteressato. Una parola che chiede perciò di essere pronunciata con un po’ di riguardo, magari sottovoce, in modo che possano risuonare i suoi echi nascosti, le sue segrete risonanze. Il suono profondamente umano di una successione di lettere che evoca scoperte, stupori, esperienze.

Per essere rivitalizzata e restituita al suo significato più profondo, l’educazione deve essere liberata dalle costrizioni e dalle convenzioni.

Deve essere informale: libera di assumere forme di volta in volta diverse, adattandosi alle dinamiche imprevedibili dei rapporti umani, ai loro equilibri fatti di sintonie ma anche di malintesi, di aperture ma anche di chiusure.

Non più uno schema rigido che separa chi insegna da chi apprende, chi sa da chi ignora, chi è esperto da chi non lo è, ma un percorso a due che impone un reciproco educarsi e crescere insieme.

Luigi Ciotti

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