Il commento di Ivan mi ha fatto pensare a don Lorenzo Milani, che ritengo uno dei più grandi educatori italiani. Pensando a lui, come possono risuonare termini come responsabilità ed etica nell'educazione? Ma si tratta di responsabilità ed etica che vengono ancor prima dell'educazione, che la scelgono come opzione di impegno civile. Nel totale rispetto del suo essere stato uomo di fede, mi colpiscono la laicità dei suoi valori e del suo operato, l'umanità profonda, la determinazione nell'impegno educativo a favore dei suoi ragazzi. Valori e azioni che possono essere condivisi da tutti.
L'etica fondamentale che guidava Lorenzo e che proponeva ai suoi ragazzi di Barbiana era quella del prendersi cura, del farsi carico degli altri, soprattutto degli ultimi, e della realtà che ci circonda, il famoso "I care".
"L'educazione è diventata una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Le istituzioni a essa tradizionalmente preposte, la famiglia e la scuola, subiscono sollecitazioni che ne mettono in forse la tenuta e il valore, ma sono i modelli culturali e identitari di un'intera società a mostrarsi sempre meno capaci di dare un orientamento ai singoli individui, soprattutto ai più giovani. In questa emergenza, l'alternativa concreta non è respingere le contraddizioni che stringono da ogni lato l'educazione in nome di qualche teorema o di qualche ricomposizione illusoria, bensì viverle e capirle nelle loro ragioni, cercando di trarne risorse impreviste e nascoste. Questa è stata l'esperienza educativa di don Lorenzo Milani: l'attenzione per i dimenticati, per gli ultimi, si è rivelata la più grande forza in grado di conferire dignità e significato all'essere umano, stimolandone la creatività e la volontà di riscatto. Educare si può se si guarda in faccia la realtà, una realtà composta da altre facce, da altri esseri umani desiderosi come noi di essere riconosciuti."
Fonte: http://www.libreriauniversitaria.it/contraddizione-virtuosa-problema-educativo-don/libro/9788815121806
Imma-convegno-didamatica-2012.mp4
12 anni fa
Il programma della marcia di Barbinana è disponibile nel sito http://www.marciadibarbiana.it/gener/htm/prog.htm
RispondiEliminaAppello VIII Marcia di Barbiana 17 Maggio 2009
Anche quest'anno, domenica 17 maggio, insieme in salita verso la scuola di Barbiana, per manifestare il nostro impegno, rafforzare i legami che ci uniscono, nutrire la nostra speranza.
Continuare a marciare in salita per una scuola che sia davvero “di tutti e di ciascuno”, può apparire faticoso in tempi in cui le prospettive si fanno più anguste e la fiducia vacilla. Eppure è proprio ora che arriva più urgente e pressante il richiamo che da questa scuola di montagna ci scuote e ci incoraggia.
È una domanda alta non solo di scuola ma anche di politica, che ci stimola ogni volta quando ci mettiamo in marcia verso Barbiana, una domanda che risuona tanto più forte nell’apparente vuoto delle prospettive e nel silenzio delle proposte sui temi veri che assillano i giovani e i meno giovani che guardano al domani e si interrogano sull'oggi.
Abbiamo messo al centro del concorso che precede e alimenta la marcia di quest'anno la Costituzione, che tanta importanza ebbe nell'esperienza che tentava di educare i ragazzi a più ambizione. Diventare sovrani!
Altro che medico o ingegnere. Un testo e un impegno cui ancora oggi siamo chiamati a dare attualità e prospettiva.
Salire a Barbiana ci costringe a misurare il passo, ad osservare il terreno su cui poggiamo i piedi ed intanto ci allarga l'orizzonte. Ci confrontiamo così con le difficoltà quotidiane: da quelle che derivano da una società dove crisi e globalizzazione fanno vacillare la fiducia ed impongono di ridefinire regole di convivenza civile e di rimettere in discussione una certa idea di sviluppo, fino a quelle di una scuola dove urgono nuovi problemi di integrazione, di arricchimento dei linguaggi, di progettualità, a cui rispondere con sostanziosi investimenti e nuove strategie educative per formare i “cittadini del duemila” e non con i tagli delle risorse!
Eppure, mentre avanziamo insieme, troviamo nel dialogo e nel confronto con chi cammina a fianco a noi nuove sollecitazioni e nuove ipotesi di risposta. Già lo scorso anno, nel salutarci, avevamo colto come il passare del tempo e il consolidarsi delle relazioni ci aiutavano a riconoscere gli aspetti più essenziali, i valori sempre attuali del messaggio milaniano, invitandoci ad uscire dal contingente - caratterizzato ora dalla protesta, ora dall'entusiasmo - per consolidare rapporti, confrontare esperienze, tessere reti, trarre energia per progettare, costruire e vivere esperienze capaci di calare nel presente l' "I CARE" che ci parla dalle pareti della scuola di Barbiana.
Torniamo quindi a salire quest'anno non solo perché “la memoria genera speranza”, ma anche perché abbiamo fiducia nella possibilità di resistere alle difficoltà dell'oggi e di costruire un domani più giusto e solidale. Sappiamo di essere in tanti, condividiamo valori forti che chiedono di essere declinati alla luce delle trasformazioni globali, cogliamo nella crisi anche grandi opportunità d'impegno per una scuola ed una società più sobrie e responsabili perché ben sappiamo che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne
tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l'avarizia.
A Barbiana dunque, per dare senso alla domanda di politica che i tempi e i problemi ci impongono.